martedì 23 marzo 2010
Corneliani Graffiti: "Oliver Twist"
252. BARBRA
Ma lei è davvero affascinante lo sa?
Sì certo, me lo hanno già detto in molti…
No davvero, guardi
Ma sì, guardi, non me lo ripeta
So benissimo che è così
Ma sa io sono di Brodway
Non sono una mezza calzetta come voi
Mi perdoni
È fantastica
È fantastica
È bellissima
Posso presentarmi?
Ma certo, faccia pure
Sono Camillo Benso di Cavour
Piacere, Barbra Streisand
253. UOMO
Strane cose accadono
Ma noi siamo coraggiosi
E non abbiamo paura di nessuno
Il sole
C’è il sole
E allora tutto il resto
Può anche andare a farsi benedire
Uomo
Carne
Carne di uomo
Chi sei
Cosa fai
Piccola speranza
Piccola testimonianza
Ci vediamo domani
Ci vediamo dopodomani
E poi decideremo cosa fare
Ti voglio bene uomo
254. AUSCHWITZ – BIRKENAU
Il male
Le rotaie
I sassolini
Il grigio del cielo
I comignoli
Il torrione
Le finestre
I morti di Auschwitz
E i gulag?
Acronimo di Gosudarstvennyj Upravlenje Lagerej
10 - 20
Milioni di persone
384 in tutto
E le temperature vicine ai – 60°C
…
Viva Dio
255. ANCHE QUANDO PIOVE
Io guardo sempre agli atomi di azoto
Anche quando piove
Anche quando piove
Anche quando fa freddo
Anche se c’è la nebbia
Anche se c’è il cielo rosso
Anche se ci sono le nuvole
Anche quando c’è buio
Anche quando c’è il vento
Anche quando volano gli uccelli
Anche quando passa un aeroplano
Io guardo sempre agli atomi di azoto
Anche quando ho gli occhi chiusi
E riposo
256. NOTA DI VIOLINO
Divento una nota di violino
Divento una nota di violino
Divento una nota di violino
E del XXI secolo non me ne importa nulla
Divento una nota di violino
257. COSE
Una storia da raccontare
Aria da respirare
Una pagina da solfeggiare
Un aggettivo
Un inizio per cominciare
Il frastuono del silenzio
Il silenzio di un sorriso
Un mare in tempesta
Cose
Un oceano nel quale io possa naufragare
E poi le stelle, i buchi neri, le supernove
Oliver Twist
Il fantasma del Louvre
Una scolopendra, un maggiolino, una coccinella
Un pomeriggio d’autunno
L’inutile che conta
L’utile che non serve
Il coraggio dei pionieri
L’austerità dei monaci
Cose
Il volo di un aeroplano di carta
Il profumo del miele
I vostri ricordi
Le vostre incertezze
I vostri dubbi
La vostra sagacia
Il visibilio dell’anima
Il frusciare delle foglie dei pioppi
Cose
O forse, semplicemente, una specie di poesia
Che di tutto il resto potrei anche farne a meno
258. E POI
E poi mi disse che
La vita è innanzitutto fatta
Fatta per essere contemplata
Nella salute, certo
Ma anche nella malattia
Il che potrebbe non essere facile
Quindi tutto il resto
Sono bazzecole
Quisquilie
Compreso il fatto di dire
Che
259. DISCOUNT
Certo che lo sento ancora
Il profumo della tua pelle
Al tempo c’era un sole
Un sole che spaccava le pietre
E noi eravamo formichine
Che cercavano l’uscita dal formicaio
E mi piaceva il tuo modo di fare
E il tuo modo di fare
E mi piaceva
In fondo è tutto ancora così
O no?
Tu che dici?
Non parli?
Però è andata anche a te vero, oggi?
Quando ti ho accarezzato il ventre
Quando ti ho guardato ballare nuda
Quando ti ho mangiato l’anima
Quando ho aperto le finestre della camera
Quando ho scritto sulla sabbia il tuo nome
Quando ho implorato la guazza
Sto comunque pensando di tornare ancora là
Dov’è che stavamo?
In Val D’Aosta?
E chi si ricorda
260. ECCETERA
Eccetera come quando respiro la nebbia
Eccetera come la colza del vicino
Eccetera come mio padre
Eccetera come
Eccetera come te
Che sei la mia
Eccetera come un mal di testa
Che non se ne va
Eccetera come un vasetto di Vinavil
Eccetera
Eccetera come le gambe storte di
Eccetera come un sorriso
Come la malizia
Come l’ipocrisia
Come l’immondizia
Eccetera come
Eccetera come vorrei averti qui
Eccetera come vorrei
Immaginare di averti qui
Che poi quando ti ho qui
Eccetera
Eccetera
Ecc.
261. ECCOTI QUI
Ti ho cercato
Come acqua da mangiare
Come cibo da bere
Ti ho cercato
Come una montagna da navigare
Come un mare da scalare
Ti ho cercato
Ti ho cercato
Ed ora, eccoti qui
262. I LOVE YOU
Cocaine
Room 124
At the Holiday Inn
Illinois
I love you
I love you
I love you
I love you
263. IN MORTE DELL’IPPOCASTANO DI VIA AGRATE
Eccome se ne aveva di foglie
E quante le volte che mi ha visto passare
Sotto le sue fronde
Eppure
Mai una parola
Un verso
Un quaqquaraqquà
Eccome se era avvenente
Eccome se gli piacevo
E adesso non c’è più
C’è rimasto solo un disegno di tronco
Dove è possibile leggere il tempo
Ma non altro
Cazzo
Lì adesso ci sono un mucchio di case
E di acqua ne è passata sotto i ponti
264. NOTTE DI NEVE
Notte di neve
Notte di crepacuore
Notte di gennaio
Notte di febbraio
Notte che fa freddo
Notte
E scrivo
E scrivo il silenzio
E scrivo in silenzio
E mi porto in tasca l’immagine di Blok
Così, tanto per tirare a campare
Che è notte
Una splendida notte
Di quasi carnevale
265. Nicole
Ti amo bella Nicole
Ti amo un sacco
Poi quella volta a Vanga
Lassù
Quando io sono salito
E tu eri giù
Con la piccola Silvia
E c’era il cielo blu, blu
E c’era il nonno Alberto che andava in giro con il Cocco
A vendere i ghiaccioli
Spettacolo
266. OCCHI
Mi disse che ci sono occhi di donna
Nei quali si nasconde la storia del mondo
Mi disse che allo stesso modo
Ci sono anche canzoni
Nelle quali si nasconde la storia del mondo
E non sono quasi mai canzoni banali
Mi disse che sono canzoni in cui
C’è così tanto da prendere
Che non si può immaginare
Così mi disse
E se ne andò per la sua strada
Una strada che gli altri non percorrono
Mai
267. 20 NOVEMBRE 2006
Ore 16.28
Mi è passato di fianco Gesù di Nazareth
Io non ho salutato lui
E lui non ha salutato me
Ho un appuntamento con san Pietro
Sono qui per dirgli che sto morendo di fame
Gli chiederò un aumento
Gli chiederò qualcosa
L’appuntamento era per le 16.00
E sto ancora aspettando
San Pietro è a circa 30 metri da me
Temo il peggio
Temo che mi abbandonerà
La mia triste sorte di precario a vita
Il centralinista mi ha già preparato
San Pietro farà orecchie da mercante
Cioè: mi farà morire di fame
Mi sa che tra un po’
Mi viene un attacco di panico
Sono le 16.33
Ore 16.35
Sono molto nervoso
San Giovanni è appena uscito
Dalla redazione
È meno grasso di quanto immaginassi
Io sono sempre qua
A 30 metri da san Pietro
Due sconosciuti mi affiancano
In sala d’aspetto
San Pietro si è alzato dal suo posto
Non mi ha visto
Il cuore mi batte forte
…
Tutto come prima
Ho l’ansia
Mi sento un bolscevico
E san Pietro è lo zar
Ore 16.40
Mi è passato di fianco ancora Gesù di Nazareth
Gesù di Nazareth è andato da san Pietro
Gesù di Nazareth e san Pietro sono a pochi metri da me
San Pietro mi viene incontro
E mi chiede scusa per avermi fatto aspettare
Mi offre un caffè
Gli dico che l’ho già preso con Barabba
Il mio caporedattore
(Brutta carogna)
San Pietro mi fa accomodare nel suo ufficio
C’è un buon profumo
(Il profumo dei soldi?)
Lui va a prendersi il caffè
Io aspetto
Ore 17.00
Sono fuori dalla redazione:
San Pietro ha detto che mi verrà incontro
Fine della precarietà?
268. QUANDO PIETRO DORME
Quando Pietro dorme
Ci sono i fantasmi che girano per la casa
E fuori il vento soffia forte
Quando Pietro dorme
C’è una cagna che ulula
E il fischio di una civetta
Quando Pietro dorme
Nessuno indossa il suo sorriso
E i suoi disegni fanno luce
Quando Pietro dorme
Non si sa bene quel che succede
Forse volano anche i sogni
269. PAGINA BIANCA
Pagina bianca
Pagina bianca
Pagina bianca
Pagina bianca
Pagina bianca
Che fifa che c’ho
Che fifa che c’hai
Ma cosa ne vuoi sapere tu del vapore acqueo
Cosa ne vuoi sapere tu
Che a malapena parli esperanto
La figa ce l’hai buona
Quella sì
Ma del resto che cosa vuoi saperne
Stasera starei qui a scrivere senza tregua
Starei qui a scrivere fino alle ore piccole
Che sono su di giri
Che sono fuori di cotenna
Che mi piace tutto un casino
Che vorrei tagliare la barba ad Abramo
Che mi mangerei quintali di caramelle
Che vi amo
Due piccoli gioielli
Due grandi cuori nel mio cuore
Che avventura amarvi
Ma adesso è ora di andare
A pascolare gli ovini da qualche altra parte
Che anche la musica è finita
Che anche il tempo è finito
Che anche
Ciao
Ciao
Che si guarda in tv?
270. VOGLIA
Voglia di qualsivoglia
Vino specialmente
E belle donne
E bello Novecento
E bello guardarsi negli occhi
Bello di vita
Bello di speranza
Bello di romanzi dell’Ottocento
Bello di case di campagna
Bello di esserci
Sempre e comunque
Oggi, domani, sempre
Bella lei
E quel suo seno gagliardo
Bello il belvedere di Klobestain
Bello il sempreverde dell’oratorio San Luigi
Bella la vita
Bello il silenzio
Bello il silenzio della vita
Il non aver paura di niente
Il non aver paura di niente
Ogni giorno
Come un segreto
La paura di niente
Perché niente è tutto
Perché tutto è niente
Evviva le favole
Evviva le cascine di Cernusco
Evviva il freddo pungente di dicembre
Evviva tutto
Evviva tutto
271. MARCELLO
Insomma…
Marcello s’è fatto una sega
Mentre ascoltava After i made love to you
Di Bonnie Price Billy
Chiamalo scemo
No, non è scemo
È un genio
È l’Apocalisse
272. IN EFFETTI
In effetti mi son dimenticato di un bel po’ di faccende
Ma di quella cosa non so
Non so se riuscirò a dimenticarla tanto facilmente
Quella cosa respirava
E rigurgitava sentimento
Quella cosa era strana
E aveva un insolito accento
Quella cosa mi impallinava come se fosse un ieri
Quella cosa
Quel bel modo di dire si può
Quel bel modo di tergiversare
Quel bel modo di accartocciarsi
Di impallidire
Di insanire
Di cercare buone nuove
Sai qual è la differenza tra un lunedì e un venerdì?
Non c’è differenza
Non c’è nessuna differenza
Dunque potrebbe essere questo il problema
Potrebbe sì
Potrebbe no
Ma insomma
Comunque vada
Comunque vada
Sarà sicuramente un bell’andare
273. GENNARINO
Gennarino! Gennarino!
Portami la carta igienica
Portamela che mi devo pulire il sedere
Fa un freddo cane oggi
E se non ti muovi
Vengo lì con le natiche al vento
E disfo il faccione che ti ritrovi
274. NOVITA’
Novità?
Macché
Non si sono ancora fatti sentire?
Macché
Che figli di puttana
Che figli di puttana
275. TRANKILA
Scusate..
Non è che c’è un buco anche per me
Sul Trankila?
Mica voglio essere d’impiccio
Per carità
Ma se ci fosse un buchino
Anche misero…
Me ne starei lì buono
A guardare gli anemoni passare
O potrei pensare di prepararvi
Un buon caffè
O potrei pensare di farvi ascoltare
Un pezzo di Ligabue
276. MARIO GALANTI
Mario Galanti un giorno è andato a Cannes
E deve aver visto il mare
Magari ha detto qualcosa sul mare
Magari l’ha pure toccato
Chi lo sa
Mario Galanti, Mario Galanti
Immagino
Possegga un automobile
Un’automobile che guida
Perché avrà la patente
E poi è grande e vaccinato
Mario Galanti non è un musicista
Lui si preoccupa che i conti tornino
Che le faccende quadrino
Che il rosmarino cresca bene
Mario Galanti, Mario Galanti
Non so
Deve avere giusto qualche hanno in più di me
Ma è molto più robusto
Più piazzato
E poi si veste molto bene
C’ha stile
Mario Galanti forse vive a Milano
Comunque ci lavora
Ci lavora e ci lavora
Ci lavora e ci lavora
Ci lavora e ci lavora
Ci lavora e ci lavora
277. BALLARE
Certe signore che ballano
Hanno un comportamento strano
E muovono la gonna come sgualdrine
Anche mia madre muove la sua
Ma non ha niente della donna di strada
È una donna di Montmartre, magari
È una donna d’altri tempi
Ha il ritmo nel sangue
E si muove come una parentesi graffa
Fa del suo meglio
Quando mio padre la richiama a sé
Con un soffio
Con uno sbuffo
Con una carezza
È il più bel sogno della mia vita
Ritrovarmi così
Ritrovarmi così
278. CIELI
Sì lo so che compariranno nuovi cieli a occidente
Sì lo so che ti prenderò fra le braccia
E che ti bacerò all’infinito
Sì lo so che verrà ancora agosto
E che saranno i tuoi occhi a benedirmi
Sì lo so che ci sei
Sì lo so che ti amerò ancora per tanto
Che indagherò i tuoi occhi
Il tuo sorriso
La tua giovinezza
Sì lo so che ti amerò
E che ti amerò per secoli e secoli
Mia ragazza
Mia anima
Mia lontananza
Mio paradiso
Mio avvenire
Mio gelato ai mirtilli
Come si soffriva una volta
Eh! Come si soffriva
Ma oggi è tutto così diverso
Sì lo so che compariranno nuovi cieli a occidente
Sì che lo so
279. FOGLIE
La magia delle foglie che cadono
Di tutti i colori
Dietro a una casa di tanti anni fa
Dietro a un’idea di fanciullezza
Dietro a un silenzio maestoso
Dietro alle poesie di:
Ion Budai-Deleanu
Grigore Alexandrescu
Vasile Alecsandri
Mihai Eminescu
Ion Creangă
Gorge Coşbuc
Alexandru Mecedonski
Mihail Sadoveanu
Gheorghe Bacovia
Ion Barbu
280. SATIE
…
La sento
È dietro l’angolo
E suona il piano
Come lo suona bene
E ci sono un sacco di pezzettini neri sul muro
E ci sono un sacco di pezzettini
Che sanno di lontano
Di molto oltre
Ci sono un sacco di pezzettini
E mi viene sonno
Ho un sonno
Che quasi mi addormento
Dato che anche il mio cane riposa
E non è morto di freddo
Che non se lo meritava
Voglio bene al mio cane
Eccome se gliene voglio
Checché se ne dica
Che bello il mese di dicembre
Che belli gli alberi di Natale
Che bella la voce di Giuditta
Che bello tutto
Mi sento così scemo
Che sono così scemo
Può darsi benissimo
Dov’è il mio amico Roberto
Non lo saprò mai
Forse
281. PER…
Per aver dato un’altra chance ai giganti della CIA
Per infinite cose
Perché senza di te molti alberi
Smetterebbero di fruttificare
282. SOGNATORI
Lo saremo ancora per un pezzo
Ora e per sempre
Grazie ai muschi e ai licheni
283. CASALPUSTERLENGO
Che cosa è successo amico mio
Perché non è più tutto come prima
Come quando fiorivano i girasoli
E ci venivano le lacrime agli occhi
Ogni volta che scoppiava un temporale
Lo sai che ti ho sempre amato
E che ti amerò per molto ancora
Ma adesso come si fa
Come si può
Come possiamo andare avanti a incontrarci
Che è
Che è
Un
Silenzio che fa male
Che divora i nostri occhi
Ma ti immagini che bello sarebbe ancora
Vedere i barbagianni svolazzare
E vorremmo diventare magia
E allora pensiamoci
Senza rancore
Che vorrei tante cose
Ma forse
Stupido l’orgoglio
Stupida la giovinezza
Torniamo a ridere?
Torniamo a ridere?
Torniamo alla prossima curva
Al prossimo sbattere d’ali
284. GIOBBE
Giobbe, vecchio mio
Eccome se ti capisco
Quella cazzo di tempesta
E adesso che si fa?
Quanto durerà
Ho il mal di stomaco
Ho i denti storti
Nevica, nevica, nevica
E fa un freddo cane
Di speranza ce n’è poca, poca
Poca, poca
Tu lo saprai meglio di me
Ma te lo richiedo, che si fa?
Quanto? Quando? E un po’, perché?
Vorrei che fosse primavera
Vorrei che cantassero le ortensie
Vorrei che fosse tutto iniziato
Lo sai anche tu che non è facile
Lo sai anche tu, vecchio mio
Giobbe, vecchio mio
285. PORTE CHIUSE
Porte chiuse
Porte in faccia
Pedate nel sedere
Voltagabbana
Tirapacchi
Sant’Iddio
Giovani segretarie rompiscatole
Scatoloni di letame
Sciocchezzuole
Bilottate
Domani mattina
Qualcuno almeno gli dica che non è un deficiente
Poveraccio
Povero Cristo
Povero sacco di merda
Di patate
Perché far finta di niente
Perché far finta di tutto
Perché stiamo affondando sempre più in basso
Perché la notte non dormiamo
Perché c’è il cielo sempre mogio
Perché abbiamo le palle alle palle
Perché?
286. GARDENIA
Non è male
Il mensile
Gardenia
È tutto verde
C’è un sacco di verde
Ci sono le foglie
E ci sono dei bei colori
Ci sono le foglie
E c’è forse anche un lombrico
Che si mangia le pagine del giornale
Tutto è possibile a Gardenia
Fintanto che è possibile
L’impossibile
(2007)
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