giovedì 11 agosto 2011

La regina di Saba



Quindi ci ha provato.
Mettiamola così.
E tu gli hai dato buca.
Appunto.
Sei stata coraggiosa. Erano in poche nel '66 ad avere il coraggio di rimbalzare Bob.
Ma sai fisicamente non era un granché. Semmai mi interessava come artista.
Urca. Posso diffondere la notizia?
Ma guarda che ne sono già tutti al corrente.
Eh, eh, fa comunque sempre un bell'effetto sentire dire che la Hardy ha rimbalzato Zimmy.
Ma tant'è.
Un caffè?
Perché no. Offri tu?
Offro io. Conosci un posticino carino da queste parti?
Ma qui dove siamo?
È il paese dei balocchi, non lo riconosci? Sennò come avremmo fatto a incontrarci?
Oh, che sbadata. Beh, allora laggiù dovrebbe esserci il Caffè San Marco.
Wow, dai che magari incontriamo Saba.
La regina?
Non proprio.

mercoledì 10 agosto 2011

Un giro in mondolfiera


Caro Soren, come va? Tutto bene? 
Mah, e lei?
Dai, non ci possiamo lamentare. Fra poco vado al mare.
Si accontenta di così poco?
Mi accontento, perché non dovrei?
Io non capisco lei e i tuoi simili. Come fate a vivere così banalmente?
Beh, perché deve dire che è banale essere contenti di andare al mare.
Io nella mia vita non sono stato da nessuna parte.
Forse è anche per questo che è perennemente malinconico.
La mia malinconia è un dono di Dio.
Ah sì? Interessante. Un bel dono davvero.
La malinconia ha anche i suoi lati positivi. Permette di vedere cose che gli altri non vedono.
Permette anche di essere giudicato un extraterrestre.
Non mi dispiace essere giudicato tale.
La metta come le pare, ma almeno la Regina poteva accontentarla.
E per fare che? Per far provare anche a lei le mie pene?
Ma perché voi filosofi siete sempre così ombrosi, tristi e ombrosi?
Non siamo tristi. Pensiamo. Pensiamo per noi stessi e per tutti quelli che non pensano. E siccome quasi nessuno pensa… Sa quanto lavoro abbiamo da fare?
Ecco perché ha i capelli tutti all'aria.
Caro Grossi, trovo il suo sarcasmo inopportuno.
Suvvia, Soren, non se la prenda. In questi giorni sto leggendo il suo Diario e lo trovo veramente affascinante. 
Se lo giudica affascinante è perché ha compreso poco del suo valore.
Oddio. Come vuole che lo giudichi?
Un attento lettore potrebbe per esempio giudicarlo magnanimo.
Magnanimo? Ma che c'entra? Non ci trovo nulla di magnanimo in esso. La magnanimità è un'altra cosa, un altro concetto, non trova?
Trovo che è anche lei pressappochista come tutti coloro che mi circondano.
Ancora questa sua battaglia con il mondo intero. Senta, perché per una volta non si lascia coinvolgere dal sottoscritto e viene con me a fare un giro in mondolfiera? Può portare anche la Regina, s'intende…
Signor Grossi, la prego di non essere maleducato. Non potrei mai venire in mondolfiera con lei. E tantomeno portarmi appresso la…
Non riesce nemmeno a pronunciare il suo nome. Deve proprio essere innamorato.
L'amore è un dolore diverso.
Un che?
Lasci perdere.
Ho espresso un concetto… che non può comprendere.
Allora viene con me in mondolfiera?
Nemmeno per sogno, la saluto caro Grossi, torno ai miei affari.
Torna ai suoi pensieri? 
Esattamente.
Beh, allora mi farò una bella nuotata anche per lei.
Faccia quel che vuole. Le sue distrazioni non mi stuzzicano minimamente.
Come desidera. Ma si faccia voler bene ogni tanto.




Ci proverò.

lunedì 8 agosto 2011

Senza retorica: "Mi chiamo Mino"

Dei vari personaggi presi in considerazione in questa raccolta, sicuramente Mino Reitano è quello più famoso. Ci vorrebbe un intero libro per descrivere la sua storia, sicché l'introduzione a un brano musicale che parla di lui non può che essere frammentaria. Tuttavia non è in questa sede che si desidera rispolverare la vicenda umana e artistica di una delle figure più note del panorama agratese, nonché italiano. Nell'Antologia, infatti, si vuole dare risalto al Mino meno conosciuto, quello più umile e spensierato che decide di lasciare la sua Calabria, San Pietro di Fiumara, per cercare fortuna a Milano; il Mino che ama giocare a pallone, scrivere canzoni per la sua amata, celebrare le sue origini popolari, la semplicità dei suoi genitori, la mamma contadina e il padre ferroviere... Alla fine approda proprio ad Agrate, dove, si sposa e insieme ai tre fratelli (Franco, Mimmo e Gegé) sceglie di dar vita al suo famoso “villaggio” nei pressi di Cascina Morosina. Mino Reitano lo ricordano tutti per le sue canzoni di successo e per le fotografie che lo ritraggono al fianco dei più grandi della storia della musica di sempre, da Adriano Celentano a Claudio Villa, da Massimo Ranieri, a Frank Sinatra. Qui invece vorremmo cantare un agratese come tutti gli altri, con i suoi sogni spicci, i suoi hobby e la sua incrollabile fede. 


Mi chiamo Mino e sono un figlio vero della Calabria
Sono arrivato fin qui a Milano dove la nebbia impera
Il mio paese non è un paese, è una contrada amara
Mille abitanti, mille speranze, San Pietro di Fiumara

RIT. E intanto scrivo canzoni, e intanto parlo di lei
E intanto vivo emozioni che non posso nascondere

Mi chiamo Mino, suono il violino, la tromba e il pianoforte
Al Do di petto posso arrivare con gran disinvoltura
Mio padre Rocco, un ferroviere, la mamma contadina
Una chitarra, cento illusioni, cascina Morosina

RIT. E intanto scrivo canzoni, e intanto parlo di lei
E intanto vivo emozioni che non posso nascondere

Mi chiamo Mino e gioco a calcio come un professionista
La palla al centro, lo sfondamento, finezze alla Rivera
Se la sconfitta della Reggina suonasse anche normale
Non potrei dire la stessa cosa dell'Internazionale

RIT. E intanto scrivo canzoni, e intanto parlo di lei
E intanto vivo emozioni che non posso nascondere
E intanto scrivo canzoni, intanto parlo di noi
E intanto provo emozioni che non posso descrivere

2011

sabato 6 agosto 2011

Dietro un cespuglio


Al matrimonio di Cristina
C'era un tale con gli occhi rossi
E le mani a punta
Se ne stava in disparte dagli altri
E non ha rivolto la parola a nessuno
Fuorché me
Mi ha detto di chiamarsi Paolo
Ma non ha voluto rivelarmi
Le sue tendenze politiche
Così abbiamo rischiato di fare a pugni
Dietro un cespuglio
Nei pressi delle scuderie
Io non parlo con chi non mi dice per chi vota
Gli ho detto
Lui per poco non crollava su se stesso
Spudoratamente amareggiato
Con quegli occhi pieni di sangue
E la faccia oblunga
Come un orizzonte dimenticato

venerdì 5 agosto 2011

Geova ha sentimenti?


Incontrando Geova l'altro dì
Mi sono sentito dare del fesso
Perché pioveva e non portavo l'ombrello
Poi s'è messo a parlare del totocalcio
Sostenendo che non si può vivere senza il totocalcio
Così come non si può vivere senza gli anni Settanta
Aveva un curioso aspetto
Ma non aspettava nessuno
Se non se stesso
E me

giovedì 4 agosto 2011

L'avvento di Elia


ciuffi in testa
irregolari
acciaio e virus
metalli infetti
l'ambiente si protegge
anche al supermercato?
comprare la marmellata scaduta
e le gomme da masticare
la saliva
che ci si scambia
con un bacio
saliva l'ascensore
mentre noi guardavamo dal basso
l'avvento di Elia
e ascoltavamo
un improbabile pezzo
degli smashing pumpkins
intitolato
forse
a song for a son
piove a dirotto
vedi?
vedi come piove?

mercoledì 3 agosto 2011

L'ennesima patata da spellare


Alla faccia delle droghe leggere?
In metro a Cadorna
Referendari
In piccoli gruppi punk
Sbigottire innanzi a poster raccapriccianti
Che parlano degli anni Ottanta
Ma quanti peruviani ci sono a Cadorna?
E il tipo che va in giro a fischiare Niki Lauda
Incitandoli a cantare
Ma loro non sanno così bene l'italiano
Orbene Offlaga Disco Pax
Nelle cuffie come un trapano
Nelle cuffie piene di zanzare
Che uccidono come forsennate
In cerca di linfa
In cerca di sangue
In cerca di qualcuno da sbriciolare
Carne al sugo
Spinaci e vongole
Nelle pentole
L'acqua è salata
Il mare è salato
La vita insipida
Il paradosso dei pesci che volano
Appiccicati al cielo
Ancorati all'immortalità
10 secondi alla fine del mondo
10, 9, 8, 7…
La miseria di quelli che ci provano
Senza sosta
E alla fine ce la fanno
Intortandosi l'ennesimo traguardo
L'ennesima patata da spellare
Viva la monarchia
Viva l'anatomia dell'anfiosso