158. FIGURIAMOCI
Te lo dico con tutto il cuore
Non me l’aspettavo di sentirti
Figuriamoci
Dopo tutte le bottiglie di vino che mi hai tirato dietro
Figuriamoci
Certo che no
Che non me lo sarei mai aspettato
...
E adesso che vuoi da me?
Vuoi il mio dente di mammut?
Beh, vieni a prendertelo se vuoi
Io, mi pare chiaro, a casa tua
Mica vengo
Mica ci vengo a casa tua
Figuriamoci
159. ANDARE E VENIRE
In ogni angolo della Terra
C’è l'eco dei miei spasmodici
Andare e venire
E dell’insensato desiderio
Di battere ciglio chissà dove
Ma finché canta Bob Marley…
160. LENZUOLA BLU
Le semplice e reale
Consapevolezza di ciò che è stato
Basterebbe a farci riposare meglio la notte
Calmo
Sereno
Così immensamente medio
Il tempo
Ogni volta che alla porta bussano
O in qualunque altra circostanza
E il sottoscritto
Indubbiamente contento di sé…
Oltre l’immaginazione degli astri
L’immagine dunque reale
Di ogni primo giorno di un mese qualunque da trascorrere
Nelle nuove lenzuola blu
161. LA FIGLIA
È inutile ripeterlo
Gianfranco è una gran testa di cazzo
Non sa badare a sua figlia
L’ha tirata su come una deficiente
Non sa nemmeno fumare
Dico io, nemmeno quello sa fare
E dove pensa di arrivare ridotta in quello stato?
Glielo ho detto un mucchio di volte
Tieni d’occhio tua figlia,
Così la tiri su più scema che mai
Ma lui niente, non ne vuole sapere
Non che mi riguardi, per carità
Saranno affari suoi
Ma si dia il caso che io abbia un debole per quella creatura
E che addirittura, non lo nego
Le offrirei volentieri una colazione
Che ne so
Un cappuccio o una brioche al Cane Randagio
162. CORSO VENEZIA
Com’è che oggi il telefonino non ti è ancora squillato?
Hai avuto un attacco di emicrania?
C’è un gran caos per le vie del paese
Ci sono in giro un sacco di cani poliziotto
Si sente perfino un’autoambulanza passare
La sirena
E tu?
Non dirmi che te ne stai ancora lì rannicchiata a dormire
Isolata
Ma lo sai che ieri abbiamo fatto quasi l’una?
Che pazzi, alla nostra età
Con tutti i problemi che abbiamo
I conti da pagare, i nipoti da curare, i fiori da bagnare
Ciononostante siamo sereni
Come pochi altri
E lo siamo perché lo siamo sempre stati
Anche in passato
All’epoca dei bombardamenti
Allora sì che eravamo piccini
E tutto sembrava così quieto
Sebbene anche allora si sentissero le sirene
Quelle che avvertivano dell’arrivo degli aerei
E si correva giù di corsa per le scale
Giù in fondo alle cantine
Dove qualche volta gli zii andavano
Ad amoreggiare
163. TORCICOLLO
Maledetto torcicollo
Tutto per colpa di uno stupido movimento
Adesso mi duole parecchio, il collo
E non so nemmeno come fare a lavorare
I miei angeli custodi devono essersi distratti un attimo
Un attimino soltanto
Evidentemente dalle loro parti non c’è tensione
Mentre il mio collo si sente, si vede che è teso
Faccio qualche esercizio
Mi volto a sinistra e provo un dolore lancinante
E aggiungo al dolore una specie di imprecazione
Così tanto per fare
Patologico!
Maledetto torcicollo
Sapessi quanto mi piacerebbe eliminarti
Magari assumendo un Aulin
Non sarebbe una cattiva idea, credo
Un Aulin dovrebbe farmi stare meglio
Ma prima bisogna mangiare
Prima bisogna mangiare
164. TU
Un giorno è accaduto qualcosa di magico
A dir poco sorprendente
E ci siamo rincontrati
Oramai
Per sempre
Così si direbbe
Infatti recupero le orme del mio passato
Per mescolarci i granelli di sabbia di oggi
Sconquassando i ritmi canonici
E le improbabili paturnie del tuo ex benestare
Suvvia quante volte ne abbiamo discusso
E adesso eccoci qua
Come due bambini
Eterni e sospesi
Impavidi e padroni dell’universo
165. VINILMANIA
Averlo tra le mani per poterlo accarezzare
O forse solo banalmente ascoltare
Tergiversando sulle difficoltà dell’aspirapolvere
Sempre così funzionale
Anche adesso che un paio di sessualità riposano
Sulla mia libreria
In mezzo ai non libri
E ai tentativi di intravedere il mio spray nasale
Ma non è tutto così bieco
Nemmeno un po' e lo giuro
Cosicché anche gli uomini sappiano
Fin dove possono o altresì vogliono arrivare
Loro
E la loro assurda magnanimità
Anch’io ho provato un giorno a essere santo
Ma ho trovato davanti a me solo incertezze
E buone fortune da contendere
Ora che gesticolo appesantito nell’orgoglio
Ricercando ambiguità nascoste che, se individuerò
Saranno come la felicità
166. PAUSA CAFFÈ
È la sua fisionomia
Così lontana dalla mia possessione
Che mi induce a riflettere
E poi a pormi indignato
Di fronte a certe scritture
In fatto di amor proprio e fedeltà
Inafferrabile è il mio nome
Come se mi fossi smarrito
Ma al contempo
Legato per sempre a una pietra vecchia miliardi di anni
Invece di passare le ore a crogiolarsi
Nel non far nulla
Nel non far niente di consapevole
Sebbene si sappia che è tutto un iniziare daccapo
Fino a quando e fino a dove
Non è dato di saperlo
Né a me, né agli altri
Compresi coloro che si destreggiano in pochezza
Le erbe poste ad essiccare
La giostra che gira e provoca conati di vomito
Su è giù per le scale è comunque sempre un bell’andare
E mi sembra di accorgermi troppo di rado
Della bellezza ultima delle opportunità
Che mi si spalmano sul viso
167. VITA
E ho aspettato che arrivasse la mia ragazza…
Che si spostasse un po’ più in là la sedia
Su cui siedo abitualmente
Ma non è arrivato niente
E ora non ho altro da fare che attendere
Attendere il fuoco dell’eresia
Attendere il padre di mio padre
Attendere il dubbio di ogni cosa
Perché ci sono cose impossibili da decifrare
Come l’anima di un colibrì
Come il desiderio di potersi affermare anche…
Come la voglia che ho di passeggiare per i campi
E qualche volta, grazie a Dio
Riesco a soddisfare
168. INIMICIZIA
Fa anche abbastanza freddo
E le sue labbra non hanno più nulla da dire
169. IL PRESIDENTE
In seconda media beccai 13 note sul registro
La prof di lettere mi richiamò dicendomi che rischiavo l’anno
Ero così indisciplinato che mi volevano bocciare
Anche se andavo bene in quasi tutte le materie
Non mi piaceva molto alzare la mano
Se non per dire che Severine mi stuzzicava, suo malgrado
Allora si era piccoli e non si può certo pretendere
Si giocava al gioco delle classifiche
E io non mi potevo lamentare
C’era quasi sempre il sole
E dalle finestre si intravedeva la strada per Parigi
Decisi di rinunciare all’idea di diventare astronauta
D’un tratto la mia unica ambizione fu quella di fare il benzinaio
Purtroppo, oggi posso dirlo
Non ci sono riuscito
Sono invece diventato presidente della Repubblica
(D’altronde me l’hanno chiesto e non ho potuto rifiutare)
Sono diventato presidente della Repubblica
E ora controllo tutte le toilette del mio paese
Siedo spesso al tavolo con importanti politici
Di Francia, ma anche del resto del mondo
Ieri, per esempio
Sono andato a cena con il vicepremier tedesco Lothar Mattheus
Mi ha anche parlato di dove andrà in ferie l’anno prossimo
È un bel posto, si trova dalle parti del Gennargentu
Ma la località precisa è un segreto che non posso svelare
170. LA TAPPARELLA
Il saliscendi della tapparella della domenica
Ha il suono più bello
Perché non c’è violenza
Si capisce che c’è ancora molto tempo
Tempo per andare in bagno
E per gustarsi la prima colazione
C’è tutto il tempo che si vuole
Meglio ancora se, dopo avere alzato la tapparella
Ci si accorge che è una giornata regalata da Zeus
Di quelle che basta un respiro
Un respiro più forte degli altri
E c’è tutto il tempo che si vuole
Tutto il tempo che si vuole
Tutto il tempo
171. SONNO
Ho sonno
Ma non ho molta voglia di dormire
Ho sonno
Ma non batto ciglio
Ti aspetto
Anche se non so bene chi sei
E vorrei che arrivassi molto più in là
Ma è la tua bocca
È il tuo giocattolo preferito
È la mia notte che non passa più...
Divoro quintali di idee
Ma non serve a nulla
E allora chissà dove finiremo
E chissà se diverremo
Ciò che vorremmo
O ciò che non vorremmo immaginare
Ho sonno
E non so che pesci pigliare
172. NEWS
Un evento più unico che raro
La nascita di due leoni bianchi
È avvenuta nel Safari Park di Pombia
In provincia di Novara
I piccoli sono nati il 24 settembre
In seguito all’accoppiamento
Tra la leonessa Moon e il leone Flash
Si tratta di una sottospecie sub-sahariana
Che in cattività
Vive solo in una regione remota del SudAfrica
Di esemplari del genere
In tutto il mondo
Ne esistono appena 35 individui
I leoni bianchi – hanno commentato gli esperti del parco
Sono estinti in natura
I pochi leoni bianchi ancora esistenti
Si trovano esclusivamente in cattività
173. INTER–ANDERLECHT
È stata una bella partita
I giocatori dell’Inter
Hanno letteralmente surclassato gli avversari
In prima fila c’ero io
In seconda mia moglie
E in terza il coro dell’Antoniano
174. MARTE
Quando l’uomo volerà su Marte
Marco Cobianchi ne avrà fatta di strada
E di certo non sarà più un ragazzino
E chissà che fine avranno fatto tutte le sue donne…
Comunque
In via Gramsci
Ancora adesso
Ci ritroviamo per giocare a gavettoni
Sperando in un futuro che se si realizzerà
Sarà come una magia
Come la favola di due innamorati
Che vissero felici e contenti
Appoggiati alle vetrate della portineria
175. E NE VENIVA DI PIOGGIA
E ne veniva di pioggia
Che sembrava tutto così vero
E le gocce che si accompagnavano ai miei intenti
Diversi da quelli che erano in passato
Questa volta molto più sentiti
E ben ampi nel sottintendere nuove esigenze
E soprattutto
Convincenti saltimbanchi
176. ZINGARI
Perché siamo zingari nell’anima
E non abbiamo capi a cui obbedire
177. ARIA DI TOSCANA
Ho chiacchierato con Michelangelo (Mario Luzi)
E lui mi ha dato retta
Abbiamo parlato fino a pochi minuti fa
E lui mi ha detto:
Sei un bel giovine!
Ho parlato con Michelangelo
Un eroe che vive sulle rive dell’Arno
Al suo posto di lavoro
Al suo immenso putiferio di libri
Sempre dove scorre l’Arno
Dove non si può arrivare, quasi mai
Mentre udire il martello che picchia
E il giornale che si sfoglia
E mio fratello che fa sogni strani
E la sua ancella che lo divora
Mica si può sempre essere così a novant’anni
Mica si può
Un uomo da solo non basta
E non basta nemmeno la sua teoria della relatività
178. FIENILE
E le foglie che si arrendono al vento
E le finestre che si aprono
E il carro di fieno che passa
Inseguito da un barlume di propositi
Appagati dall’ennesimo sbattere d’ali
O da un gracidare inopportuno
C’è un delicato acconsentire
Che mi travolge come una melodia mai sentita
Mentre Luigi spinge
Spinge il carro
Dove non sa nemmeno lui
179. ONDE
In fondo era esattamente ciò che mi sarei aspettato
Da lei
Da me
Dalle onde
180. NATALE
Non è il genere di cose che mi piace fare
Raccontare agli altri ciò di cui vado fiero
Invece potrei essere più espansivo
Dico, in fin dei conti la guerra del ’15 è finita da un pezzo
E anche la Spagnola se n’è andata
Portandosi via la sua bella fetta di torta
Ma adesso non serve pensarci
Dopotutto è quasi Natale
Si vedono già le finestre colorate
E i lumini accesi per la strada
Impazzisco all’idea di incontrare Babbo Natale
E so che questo sarà l’anno giusto
Lo so perché mi è appena passata la varicella
E ora altro non ho che uno stupido dolore all’unghia incarnita
181. SEGRETI
Lessi Dante
E non mi piacque
Provai con Petrarca
Idem
Mi buttati su Boccaccio
…
Riprovai con il poemetto di uno sconosciuto
Che incontrai sul piroscafo diretto all’Isola d’Elba
E mi parve di essere a casa
Tra le bianche e candide mura della mia piccola città
Un paese per la verità
Dove le nuvole non piangono mai
182. TRE
Tre per tre nove
Tre più tre sei
Tre meno tre zero
Tre diviso tre uno
Tre
Alla fine
Ci vediamo in giro capolavoro
Ci vediamo alle Canarie
E poi ti scriverò una lettera dal Belize
Per adesso sto qui a pensarti
E a cercare le facce di te che mi fanno più ridere
Perché in fondo non c’è molto da dire
Se non che
Tre per tre fa nove
Tre più tre fa sei
Tre meno tre fa zero
Tre diviso tre fa uno
E questa è la terza volta che cerco di pettinarmi i capelli
183. ASTINO
Lungo la strada che collega dove abitiamo
Alle pendici dei colli bergamaschi
Si ode il muggito delle mucche di ieri
E lo sbattere incessante delle porte delle latrine
In autostrada ci si rende facilmente conto di ciò
Ed è come un incanto
Soprattutto quando il sole rimbalza sull’orizzonte
E la foschia annebbia i visi
Pierpaolo Dal Cortivo è un bravo ragazzo
Ne abbiamo passate di avventure insieme
Anche quando infilavano i sassolini nella proboscide dell’elefante
O quando ce ne stavamo ad Astino
A indovinare dove si sarebbe nascosto l’ennesimo troglodita
184. CORINTO
Eccole ancora passare
Le navi
Sotto il ponte di Corinto
Immense
E cariche di anni
E mi vengono in mente...
Che si possono vedere
Anche altrove
Dove le sirene riposano sugli scogli
Giurerei, una volta
Di aver notato
La verginità di Karin infilata nel mio basso ventre
Ma è presumibile supporre
Che non fossi tanto in me
Ora, comunque, potrei indirizzare il mio saluto
Oltre il ponte di Corinto
E quello delle navi
Magari volgendo lo sguardo un po’ più a settentrione
Laddove
Si intravedono le rovine di Troia
Affacciarsi sul mare di Istanbul
2004
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