domenica 26 dicembre 2010
Short stories: "'Tempi moderni' non è solo l'ultimo disco di Bob Dylan
… dove si colloca il confine che separa il macromondo che conosciamo dal micromondo delle particelle atomiche e subatomiche? domanda chiave per raccogliere o meno il concetto di teletrasporto, “entanglement”, forse, che per ora riguarderebbe solo i fotoni, particelle, ma anche noi non siamo fatti di particelle? e allora ritorniamo al tempo - ciao anton zeilinger - probabilmente e paradossalmente irreale, irreale? anche einstein, in fondo, c’ha sempre fatto a pugni, con la sua relatività, l’energia, l’equivalente della velocità della luce moltiplicata per la massa di un corpo… parla chiaro, tutto è relativo. poi leggiamo l’ultimo numero di scientific american e sbigottiamo. ‘per noi il passato è diverso dal futuro, ma in altri universi potrebbe scorrere al contrario’. chi spara così in alto, non è certo un pivello, ma è il signor sean m. carrol, senior research associate del california institute of technology. ne racconta e ne racconta delle belle. primo problema ‘l’asimmetria del tempo’. le leggi della fisica non distinguono il prima e il dopo, eppure l’universo delle origini non c’entra nulla con quello odierno. il primo ordinato, il secondo sempre + incasinato. parallelismo: non si può trasformare una frittata in un uovo/questa è in pratica l’asimmetria del tempo, geniale. dunque, ironizza, ma non troppo, carrol, ogni volta che sfracelliamo un uovo in realtà compiano dei test cosmologici. è un enigma che suggerisce l’esistenza, ancora una volta, di molti altri universi… si può anche rapportare l’asimmetria temporale al secondo principio delle termodinamica. come? considerando che l’entropia misura il disordine di un sistema… per esempio l’universo attuale ha un’entropia molto + elevata di quello primordiale, in ordine. esempio off-limits: latte + caffé, dove è maggiore l’entropia? nella miscela, logicamente, dove prevale il caos. quindi: l’entropia tende a crescere nel tempo e gli stati ad alta entropia (l’uovo spaccato, il caffelatte raffreddato) sono molti di + di quelli a bassa entropia. ma perché all’inizio dell’universo l’entropia era bassa? riflettendo sul fatto che un buco nero con una massa pari a un milione di volte quella del sole, ha cento volte l’entropia di tutte le particelle ordinarie nell’universo osservabile? è vero, non ci si raccapezza +, ma è questo il bello… dunque proseguiamo, con una strategia per spiegare perché il futuro ‘sembra’ così diverso dal passato//perché, in realtà, incredibilmente, non lo è affatto. forse perché anche il passato passato è un sistema ad alta entropia… carrol, quindi, propone una soluzione provocatoria: vediamo solo una minima parte del tutto, un tutto dove il tempo è perfettamente simmetrico e quindi… come dire… inesistente. qualcosa di già sentito, in fin dei conti//il maestro zen dogen zeniji, per esempio, è fieramente convinto del fatto che “il tempo non trascorre, ma sta sempre dov’è”. la filosofia orientale considera da sempre lo “spazio-tempo” come una costruzione della mente/eppure esiste anche una voce laica e scientifica che inizia a condividere le teorie orientali… attenendosi cmq alla fisica. e torniamo all’inizio, alla teoria della relatività di einstein, dove tempo e spazio non vengono mai considerati fattori assoluti, ma relativi, relativi al rapporto tra osservatore e osservato, e alla loro velocità reciproca. (celebre il paradosso dei gemelli. uno parte per chissà dove e quanto torna è molto + giovane dell’altro). ecco perché carl gustav jung, uno dei padri della psicologia moderna, sosteneva che prima o poi la fisica nucleare e la psicologia dell’inconscio si avvicineranno fra loro: “… entrambe, indipendentemente l’una dall’altra e partendo da direzioni opposte, si spingono avanti in un territorio trascendentale”. infine le analogie fra le conclusioni dei fisici moderni e dei mistici… gli uni e gli altri, infatti, dicono che spazio e tempo non sono assoluti ma dipendono dallo stato di coscienza in cui ci si trova. pensiamo alla meditazione, con la quale – è lampante? - si accede a una sorta di dimensione in cui spazio e tempo vacillano alla grande, calandoci in un iperspazio teorico, ipotizzabile (forse) matematicamente, in cui si viaggia alla velocità della luce, stravolgendo tutte le leggi della fisica che vigono, invece, nel quotidiano. così, per concludere, possiamo dire che gli uomini di oggi vivono contemporaneamente in due dimensioni, una governata dalle leggi della fisica classica e una in cui spazio e tempo non esistono più. peraltro diceva albert: “quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora”.
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