domenica 26 dicembre 2010
Short stories: "Una notizia non da poco"
Si decide così di andare a far castagne. In giro c’è un mucchio di gente. Il bel tempo mette le ali ai piedi e... ai motori. Non si può però andar troppo lontani, il pomeriggio è già iniziato da un pezzo, l’umidità incombe. Si punta alla Madonna del Bosco. Intorno al luogo mariano è tutto un pullulare di castagni colorati d’autunno. Non è quindi difficile immaginare di riempire presto i sacchetti del GS. Purtroppo i guanti sono rimasti in macchina. La solita sbadataggine di chi ha sovente la testa fra le nuvole. Le donne riposano al sole, su un fazzoletto di prato, gli uomini si inoltrano nei boschi, gli unici, di fatto, a mettersi concretamente a caccia di ricci maturi. Il divertimento è assicurato su entrambi i fronti: le donne cinguettano felici, gli uomini parlano di musica e poi... della crisi, del 2009, anno in cui dovranno vedersela con strette di cinghia particolarmente crudeli, la parola ‘mutuo’ provoca strani sussulti, così come ‘fine mese’. La giornata scivola via in una baleno. Dopo aver fatto castagne ci si reca alla Casa del Pellegrino, l’intenzione di mandar giù qualcosa di caldo, magari una cioccolata, è accattivante. Il bar è pieno zeppo di capelloni grigi, stampelle e borse agli occhi. Dalla balconata è possibile rimirare un piacevole panorama, il Resegone sullo sfondo e alcune colline poco distanti, sopra Imbersago. La tradizione della Madonna del Bosco parla di una prima apparizione della Vergine il 9 maggio 1617: tre pastorelli i protagonisti della vicenda. Poi - quella più eclatante - di poco dopo. C’è un bimbo che sta per essere divorato da un lupo feroce. La mamma del piccolo strilla affranta, ma niente paura: in cima a una nuvoletta, circondata dagli angeli, c'è la Madonna pronta a intervenire. Il lupo si calma e lascia stare il piccolo che viene così riabbracciato dalla madre. Raccontare le leggende fa sempre piacere, lo è fin dai tempi di Omero, i bambini si divertono da morire, quasi come ascoltare una canzone di Natale. Con la sera l’aria diventa molto più frizzante, niente a che vedere con le ore calde della giornata. Il sole si appollaia sulla linea dell’orizzonte e si riprende la strada del ritorno – c’è anche Ulisse - dopo aver acquistato un sacchetto di mele per chissà quale associazione di carità. Nonostante il traffico intenso per le 19.00 si è a casa. L’ora della polenta e della salsiccia è vicina. Le donne cominciano a darsi da fare fra i fornelli, gli uomini si mettono a suonare: la solita ingiustizia sociale? In realtà regna il buonumore. C’è una canzone swing che fa gola agli artisti, ci lavorano, ma non c’è tempo per arrivare a un pentagramma definito: incredibilmente è già pronto in tavola. Il vino picchia e in pochi minuti i piatti sono vuoti, le menti adombrate, lo stomaco pieno, i palati sazi. Mancano solo le castagne ma... le donne non hanno fatto bene i conti con il forno. La maggior parte di esse è infatti bruciata, dura come l’acciaio, immangiabile. Ci si guarda in faccia vagamente delusi, qualcuno dice di aver visto delle bellissime castagne al GS. Intanto inizia Controcampo. L’Inter ha espugnato l’Olimpico, una notizia non da poco.
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