venerdì 8 giugno 2012

Destinazione Parigi


Un giorno di maggio del 1923 sono in viaggio verso Parigi Guillaume Seznec e Pierre Quémeneur, il primo un falegname, il secondo un notaio. Vogliono vendere una vecchia Cadillac. Ma lungo la strada incombono in numerosi incidenti che costringono Guillaume a proseguire da solo in automobile, mentre Pierre decide di prendere il treno, presso la stazione di Houdan. Da questo momento si perderanno per sempre le tracce di Pierre e del presunto omicidio verrà accusato l'amico, del tutto innocente. Ad accusare Guillaume c'è soprattutto il cognato di Pierre, il notaio Jean Pouliquen. Lo affianca l'ispettore Bonny. Di fatto non c'è nemmeno mezza prova contro Guillaume, ma l'uomo viene comunque condannato per omicidio di primo grado ai lavori forzati a vita: è il 4 novembre 1924. Nel 1927 viene imbarcato per la Guyana francese, prima di essere spedito in totale isolamento – dopo vari tentativi di fuga – all'isola di Saint-Joseph, detta l'isola del diavolo, la stessa che ospitò Alfred Dreyfus. Qui vive in condizioni disperate in una piccola cella dalla quale può uscire solo una volta al mese. Trascorre anni durissimi, finché non viene graziato nel 1946 dal generale De Gaulle, anche per via del ritrovamento dei presunti resti di Pierre. L'opinione pubblica è tutta dalla sua parte. Ad accoglierlo, a Le Havre, c'è una moltitudine di fotografi che immortalano un uomo di 69, ma che ne dimostra novanta, dopo 19 anni trascorsi nei terribili bagni penali della Guyana francese. Oggi l'innocente Guillaume riposa a Morlaix, accanto all'amata figlia Jeanne.

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