venerdì 27 aprile 2012

Milano da bere


Finardi, Camerini e Alberto. Alberto Fortis. Fine anni Settanta, Milano. Milano da bere. Milano da piacere. Poi dalle parti del castello in casa di Alberto per un'intervista e poi ieri in metropolitana, lo rivedo. Inaspettatamente. Mi guarda ma non mi riconosce. Ha uno zainetto e si guarda in giro con fare circospetto. Siamo dalle parti di San Babila. Si guarda in giro con aria circospetta. Come chi ha l'impressione di essere pedinato. Non mi riconosce. Alberto Fortis. Gli anni Settanta. Il Leoncavallo di via Leoncavallo. E Finardi che canta Vysotsky? Ma è tutto un altro concetto. Alberto Fortis lo rivedo, la seconda volta. Si alza dalle parti di Loreto per guadagnare l'uscita verso chissà cosa. Mi incuriosisce sapere dove. Ma non mi resta che proseguire per la mia strada, accomodandomi al suo posto. Divengo Alberto Fortis, senza lo zainetto, ma la Repubblica nel taschino. Apro la Repubblica e leggo, ma non di Alberto Fortis. Bensì di Mou inginocchiato che incredulo segue le sciagurate performance di Ronaldo e Kakà. Abile il portiere avversario, alzando le braccia al cielo impaurisce i due attaccanti che sbagliano grossolanamente. Non hanno ancora imparato a tirare i rigori alla loro età. Se solo avessero ascoltato Milano e Vincenzo, allora...

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