Alla luce delle ultime letture mi viene da dire che non esistono libri belli o brutti, ma semplicemente libri felici o infelici. I primi sono quelli che raccontano, che sanno raccontare, i secondi, quelli che bofonchiano. Nei primi, spesso, non accade nulla di eclatante, ma è la dolcezza del racconto che porta a proseguire nella lettura; nei secondi, invece, ci sono sovente trame arzigogolate e dialoghi serrati, che, però, mi lasciano senza speranza. Mi dispiace solo constatare che per confrontarmi con quelli della prima categoria (se si esclude Roth) debba sempre andare indietro nel tempo; fra le nuove proposte, infatti, trovo solo lavori dove si fa un gran baccano, inseguendo la trama più avvincente, dimenticandosi, però, che, a volte, non c'è niente di più affascinante che descrivere un noioso pomeriggio nel giardino di casa propria. Ecco un esempio di quattro libri letti di recente: due felici e due, ahimé, infelici.
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felice |
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infelice |
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infelice |
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felice |
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