giovedì 9 agosto 2012

Depressurizzato


È il novembre del 1962, quando Pyotr Dolgov, un colonnello delle forze aeree sovietiche, raggiunse gli 86mila piedi di altezza (oltre 26mila metri). Lo scopo? Testare una nuova tuta pressurizzata per il programma spaziale Vostok, che nel 1961 consentì il volo orbitale di Yuri Gagarin. Ci fu, però, un problema. Uscendo dal pallone, la visiera del militare urtò un angolo della piattaforma e s''incrinò. L'incidente si rivelò fatale, causando la depressurizzazione della tuta ed esponendo l'astronauta russo all'ambiente letale della stratosfera. Dolgov morì quasi istantaneamente per ipossia, fenomeno inerente la rapida deprivazione di ossigeno a carico di un organismo. Così andarono realmente le cose, poiché sugli esiti della missione non si fece mai veramente luce. I sovietici, infatti, fecero sparire il suo corpo, facendo credere agli occidentali che fosse andato tutto secondo le previsioni. Circolarono sulla vicenda molte voci, materia prima per gli scrittori. Di fatto, una versione romanzata della morte di Dolgov apparve in un racconto breve di Andy Duncan, pubblicato sulla rivista Asimov's Science Fiction, finalista del Premio Hugo.

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