martedì 2 aprile 2013

epitáphion



Qualche anno fa ho incrociato Enzo alle Messaggerie. Stava smanettando col telefonino, come se avesse fra le mani un congegno esplosivo. Sapevo a memoria tutte le sue canzoni e avrei pagato per stringergli la mano. L'ho seguito avanti e indietro per corso Vittorio Emanuele, come uno stalker, ma alla fine non ho potuto far altro che tornarmene sui miei passi: troppo timido io, troppo timido lui...

II 

Mio padre è nato lo stesso anno di Enzo. Da ragazzi, molto probabilmente, hanno calpestato le stesse vie di una Milano che non esiste più. Oggi mi chiede di masterizzargli un cd di Enzo. Lo faccio con piacere, stupito dal fatto che quelle canzoni me le abbia fatte imparare proprio lui quand'ero bambino. Mia nonna diceva che la vita è una ruota che gira, senza aggiungere, però, che a volte, per magia, sembra che ruoti al contrario. Forse anche la vita è come la relatività. Tutto dipende da dove (e da come) si guarda. 

III

Superlativo quando canta Giovanni telegrafista, una canzone che non conoscevo. Me l'ha fatta conoscere un collega. Mi dice di ascoltare. Ascolto e non credevo che potessero sfuggirmi ancora certi capolavori... 

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