mercoledì 18 dicembre 2013

I Promessi Sposi # 1: Don Abbondio incontra i Bravi

Dunque mi sono messo a scrivere come un forsennato e in venti giorni ho preparato un cd completamente dedicato ai Promessi Sposi. E' come se ci fosse stato da sempre: non ho dovuto fare altro che trascriverlo, come se qualcuno mi stesse dettando. Il riferimento lessicale è alla ballata, ma anche al sonetto ottocentesco e alla scuola poetica italiana improntata soprattutto sull'uso dell'endecasillabo; musicalmente, invece, parafrasa la cultura popolare italiana, con spizzichi di Francia e Inghilterra.


DON ABBONDIO INCONTRA I BRAVI

Strada che scende, strada che sale
E' il 7 novembre di un giorno normale
Braccio di Lecco, braccio di Como
Passa pregando un ridicolo uomo

Senza cognome, né apprendistato
Non biasimarlo sarebbe un peccato
Dalla sua forza e dal suo sorriso
Solo un barlume di paradiso

RIT. Eccolo qui, eccolo là, eccolo don Abbondio
Cose che fa, come le fa, ridere
Eccolo qui, eccolo là, eccolo tutto intorno
Quello che fa, come lo fa, piangere

Fin quasi triste, voglia di amare
Questo silenzio l'ha visto invecchiare
Con il breviario, l'acciottolato
In lungo e in largo, Dio sia lodato

Ma questa volta è un po’ differente
C'è chi lo aspetta con aria prepotente
Ha un coltellaccio, mille pistole
Sono due Bravi, ma solo a parole

RIT. Eccolo qui, eccolo là, eccolo don Abbondio
Cose che fa, come le fa, ridere
Eccolo qui, eccolo là, eccolo tutto intorno
Quello che fa, come lo fa, piangere

Signor curato, comincia il primo
Cosa comanda, da sempre la stimo
Quel matrimonio non s'ha da fare
Parte il secondo che lo fa tremare

Ma lor signori, non animali
E' il mio dovere, gli uomini sono tutti uguali
Ne son sicuro comprenderete
Nulla possiedo, io sono solo un prete

RIT. Eccolo qui, eccolo là, eccolo don Abbondio
Cose che fa, come le fa, ridere
Eccolo qui, eccolo là, eccolo tutto intorno
Quello che fa, come lo fa, piangere

Noi comprendiamo signor curato
Ma don Rodrigo vuole essere assicurato
Non è un padrone da contraddire
Lui se la vuole non c'è che da obbedire

Non ci costringa alle barbarie
Farle del male, non ci sono forze contrarie
Noi gentiluomini della buonora
Arrivederci o, meglio, alla malora

RIT. Eccolo qui, eccolo là, eccolo don Abbondio
Cose che fa, come le fa, ridere
Eccolo qui, eccolo là, eccolo tutto intorno
Quello che fa, come lo fa, piangere

Abbandonato dal mondo intero
Raggiunge casa col suo manto nero
C'è la perpetua, lo sta aspettando
Terrorizzata, il prete sta barcollando

Della mia vita, ne va il futuro
Son stato messo con le spalle al muro
Ma non mi chieda altre ragioni
Mi lasci solo con le mie lamentazioni

RIT. Eccolo qui, eccolo là, eccolo don Abbondio
Cose che fa, come le fa, ridere
Eccolo qui, eccolo là, eccolo tutto intorno
Quello che fa, come lo fa, piangere

2013 

domenica 15 dicembre 2013

dalle parti di cologno nord

un'altra fotografia che parla da sola. così, una mattina dalle parti di cologno nord, l'avevo intuito per via dei riflessi, dal sole ancora basso sull'orizzonte, e dalla nebbia che danzava come il mantice di una fisarmonica.


domenica 17 novembre 2013

Arie berlinesi


Un tipo che nasce nel 1887 a Hirschberg e muore a Berlino nel 1912. Un tipo che è anche uno dei più leggendari poeti del primo espressionismo tedesco. Si chiama George Heym. A Berlino, abbandonata la famiglia, frequenta il cabaret Neur Club di Kurt Hiller. Si dedica alla poesia e in soli due anni ne compone cinquecento. Ambisce al grande e al sublime, gli piace Nietzsche. Odia gli scritti di Rilke, ama a dismisura quelli di Baudelaire e di Rimbaud. Vorrebbe che succedesse di tutto, ma non succede mai niente. Eppure sta per scoppiare la prima guerra mondiale. Che lui non vivrà mai. Muore, infatti, ad appena 25 anni, pattinando su un fiume ghiacciato. 

venerdì 15 novembre 2013

Uomini e no

amo questa foto per i colori, l'atmosfera, non so che altro, la posto immaginando di postarne altre che avranno lo stesso potere di scuotermi... 


mercoledì 16 ottobre 2013

La festa del maiale


LA FESTA DEL MAIALE

Dalla campagna si vede arrivare 
Giuan da Zin con il suo sferragliare
Mille coltelli, una spada, un bastone
Senza difetti e nemmeno un padrone

Freddo fa freddo per forza è gennaio
Sbattono i denti perfino in pollaio
Ma non c'è tempo, passato è il Natale
Oggi è un gran giorno, si ammazza il maiale

Meglio non farlo vedere ai bambini
Troppo crudele, son troppo piccini
Gelido e impavido sussurra il vento
Chi l'ha mai visto un maiale contento

Tutto è ormai pronto, sta per cominciare
Giuan da Zin si avvicina al maiale
Con il coltello più grosso che ha
Lo taglia in due senza alcuna pietà

Sangue dabbasso, daccapo, per terra
Corrono donne che sembrano in guerra
Niente si spreca del porco maiale
Né la più putrida via intestinale

Piange, grugnisce, si arrende il porcello
C'era una volta quel bel praticello
Dove c'andava per fantasticare
O per una scrofa da riconquistare

Giuan da Zin e un bicchiere di rito
Per festeggiare il lavoro finito
Saran salami, cotenne e chissà
Il cotechino che faccia farà

Per la campagna si vede sbiadire
Giuan da Zin con le sue mille lire
Con le cartucce, la fionda e il coltello
Anche se il prossimo sarà un vitello

2013

venerdì 11 ottobre 2013

Buone nuove dalla Polonia

benché manchino info a riguardo... ma si poteva immaginare, non vengono da Cincinnati 


Niepozorna fanka kóz kochająca muzykę równie bardzo co jej zdrowo szurnięty kolega poznają się w 2011 roku, gdy ONA prosi go o akompaniament na konkurs piosenki. On się zgadza i tak się zaprzyjaźniają, że po miesiącu prób znajdują wspólny 'muzyczny' język i postanawiają założyć zespół, którego styl i skład krystalizował się przez długie 2 lata. Ona fanka klasycznych brzmień i spokoju. On lubiący bas wiercący dziurę w brzuchu i eksperymenty z dziwnymi dźwiękami. To my tworzymy The Dumplings.