La signorina in questione ricorda
la vicenda di Volodymyr Ivasyuk,
trovato morto in un bosco nei pressi di Leopoli. Qui cambia lo sfondo, che
diviene il fiume, ma la vicenda è assai simile: anche la sua scomparsa rimane,
infatti, avvolta nel mistero, coinvolgendo l'ipotesi che possa essere stata
uccisa. Quel che è certo è che Yanka Dyagileva amava suonare, e proporre brani
originali, intrisi di nichilismo e spirito punk. Nasce nel 1966 a Novosibirsk,
la terza città più popolosa della Russia, dopo Mosca e San Pietroburgo. Si
avvicina all'arte musicale fin da giovanissima, frequentando Egor Letov, fondatore
e membro della punk rock band Grazhdanskaya Oborona. E' influenzata anche dal poeta e chitarrista Alexander
Nickolaevich Bashlachev e dalla rock star sovietica Boris Grebenshikov. Dà alle
stampe il primo disco nel 1998, intitolato "Ne polozheno". Nello
stesso anno esce il disco dal vivo "Live in Kurgan". Nel 1989 debutta
a Mosca. I suoni sono spartani, grezzi, "metallici", parafrasando la
cultura grunge che sta decollando a Seattle. Nonostante i consensi ottenuti, soffre
di depressione e beve spesso senza contegno. Sparisce da casa il 9 maggio 1991.
Viene ritrovata senza vita otto giorni dopo, lungo le rive dell'Inya River.
Nessuno è riuscito ancora ad appurare la causa del decesso.
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